Carissimi amici, vi propongo un'intervista a Laura Sciascia, g ià ricercatrice di Storia Medievale all’Università di Palermo, ha pubblicato diverse edizioni di fonti documentarie e ha studiato la storia di famiglie della nobiltà medievale e delle città siciliane, la scrittura come specchio della società, la monarchia aragonese di Sicilia con particolare attenzione per il ruolo delle regine. Figlia di Leonardo Sciascia. Parliamo di una delle sue ultime opere: "Tutte le donne del reame. Regine, dame,pedine è avventuriere nella Sicilia medievale". Quale ruolo ha avuto la figura femminile nella controversa Sicilia medievale? Cosa l'ha spinta parlare della donna del medioevo? Rispondo prima all’ultima domanda. Io sono cresciuta in un mondo di donne: in casa mia eravamo in sei: io, mia madre, mia sorella e tre prozie, sorelle di mio nonno. Soli uomini mio padre e il marito di una delle prozie. Attorno c’erano tante altre donne, parenti, amiche, colleghe di lavoro di m
Carissimi, oggi approfondiremo la storia - a tratti prodigiosa - della chiesetta Madonna del Rosario di Belmonte Mezzagno. Tutto nasce dalla devozione ad un quadro un po' particolare (vedi foto). Il dipinto, che ritrae la Madonna del Rosario con accanto San Domenico in ginocchio, è stato trovato tra i sassi nel terreno antistante la chiesetta (al di sotto della strada), nel 1921 da dei contadini impegnati in lavori in quel fondo. Gli operai lo calcolarono come una cianfrusaglia e lo posero con poco interesse lontano da lì, l'indomani mattina, misteriosamente, il quadro venne ritrovato nello stesso punto dove era stato trovato il giorno prima. Non facendo particolare attenzione all'accaduto, i contadini lo tolsero nuovamente da lì; l'indomani stessa storia: il quadro di nuovo lì. A questo punto quegli uomini capendo che non si trattava di un quadro come tutti gli altri, costruirono una cappella - ancora rintracciabile all'interno della chiesa, entrando sulla s
Adelasia del Vasto (preferisco la forma lombarda e più dif- fusa in Sicilia del nome all’araldico e germanico Adelaide), nipote del “potente marchese d’Italia” Bonifacio del Monferrato, di stirpe aleramica sposò Ruggero d’Altavilla, il “Gran Conte”, conquistatore della Sicilia, nel 1089: Ruggero era già cinquantenne ed al terzo matrimonio, Adelasia molto giovane, poco più che quindicenne. Goffredo Malaterra, il narratore delle gesta di Ruggero, descrive la sposa come una giovinetta di aspetto gradevole, honestae faciei: niente di più. Ben diversamente aveva parlato della bellezza della prima moglie di Ruggero, Giuditta di Évreux, dell’impazienza con cui era atte- sa dallo sposo, e della lunga luna di miele seguita alle nozze. Sembrerebbe dunque che Adelasia non fosse particolarmente affascinante. Ruggero aveva già un decina di figli, tra cui due maschi: ma i figli, per chi si accinge a fondare una dinastia, non sono mai abbastanza. Morti infatti i due maschi, l’annuncio di una gravidan
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