Duomo di Cefalù

Cari amici, continua il nostro Itinerario Arabo-Normanno; oggi "visiteremo" la Cattedrale di Cefalù.



Costruito nel 1131 per volontà del normanno Ruggero ll, primo Re di Sicilia, il Monumento deve il suo splendore alla fusione di elementi diversi: la genialità e l’originalità degli architetti e delle maestranze islamiche, la raffinatezza bizantina nell’arte della pittura e del mosaico, l’influenza della cultura e dell'architettura normanne.
Significative le pitture del soffitto che rappresentano il paradiso islamico (1148).
La Cattedrale fu concepita anche come mausoleo di Ruggero ma il lento processo di decadimento che l’edificio subì dopo la sua morte convinse Federico Il, nel 1215, a trasferire a Palermo il sarcofago porfireo del Re normanno.
Alcuni anni dopo, nel 1240, ebbe inizio il restauro che comportò notevoli modifiche, anche stilistiche, del tempio originario come, tra le più evidenti, l’abbassamento del soffitto ligneo della navata principale, che oggi si presenta a capriate, e la parziale rotazione del transetto.
Il sagrato della Cattedrale, antico cimitero pubblico, è stato realizzato con la terra “santa" portata da Gerusalemme. La facciata è opera dell’architetto Panittera (1240) e il bel portico di Ambrogio da Como (1473).

All’interno, si rimane sopraffatti dal solenne mosaico di fattura bizantina che domina il catino dell’abside raffigurante Cristo Pantocratore, su fondo oro che benedice con le sole tre dita della mano destra, secondo il rito greco.
I mosaici ricoprono anche le pareti del presbiterio e la volta. Rappresentazioni di Patriarchi, Profeti, Santi. Angeli, Arcangeli, della Vergine e dei dodici Apostoli impreziosiscono le altre pareti e le vele delle volte.
Alla magnificenza dei decori ed allo sfavillio delle tessere dei mosaici si contrappone l’austero pavimento in pietra grigia. Nell’abside è degna di ammirazione la grande croce lignea bifronte dipinta nel xv secolo da Guglielmo da Pesaro.
Pregevoli il fonte battesimale romanico nella navata destra, gli stucchi barocchi (1650) nella navata centrale di Scipioni Livolsi con pitture di Ignazio
Bongiovanni ed una Madonna con Bambino attribuita ad Antonello Gagini, vicino all'ingresso nella navata sinistra.
Le due navate laterali sono costellate di sepolcri, pregevoli monumenti funebri di nobili (in particolare i sarcofagi della famiglia Ventimiglia) ed ecclesiastici: si segnala. in fondo alla navata destra, il sarcofago che custodisce le spoglie di Eufemia di Aragona, sorella di Federico (morta a Cefalù il 28 febbraio 1359), in chiaro stile paleocristiana. Lungo il lato sinistro del transetto si può ammirare la Cappella del Sacramento, voluta da monsignor Castelli ornata interamente in argento.
L’altare ( 1764-1779 ) è frutto del sapiente lavoro degli argentieri palermitani Gregorio Balsamo, Giovanni Rossi e Giuseppe Russo.
Sulla parete di fronte alla Cappella sono degni di nota il monumento del vescovo Giovanni Sergio ( 1814-1827) in atteggiamento di adorazione, opera di Leonardo Pennino, e un affresco raffigurante la Vergine risalente al XIV secolo. Ma la vera protagonista, all’interno di questo splendido tempio della cristianità, è la luce che, filtrando attraverso le 32 vetrate, diffonde una magica atmosfera.

Le vetrate, in stile astratto, sono state realizzate dall'artista palermitano Michele Canzonieri.


Per le altre tappe dell'itinerario clicca qui

Commenti

Post popolari in questo blog

Antonio Ventimiglia conte di Collesano

Laura Sciascia

Adelasia del Vasto, la regina madre del regno