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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Il Lattaio

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Nella Belmonte di una volta l'approvvigionamento del latte avveniva in modo molto diverso rispetto ad oggi. Per descrivervi come avveniva, vi racconterò la giornata tipo di un lattaio dei tempi andati, diciamo fino alla metà degli anni '70. La giornata del lattaio cominciava alle 5 del mattino, dopo una veloce colazione si recava subito alla stalla, "o stannuni", lì spesso trovava delle mamme o dei papà con un loro figlio infreddolito che lo aspettavano, l'attesa era dovuta a d un motivo clinico: quando il bimbo aveva una forte tosse, vi era l'usanza di portarlo in una stalla per respirare l'aria che vi era all'interno subito dopo l'apertura. A quanto pare era salutare. Il lattaio subito dava il cibo alle mucche, lì "cuvirnava", puliva un po' la stalla, strigliava gli animali e preparava due mucche, attaccandogli i loro vitellini alla coda, per uscire a vendere, "spartiri", il latte. Il lattaio in questione, di cui

A' Mastra

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Finite le scuole dell'obbligo, quasi tutte le ragazze ma anche qualche ragazzo belmontese andavano ad imparare ricamo e cucito: andavano " a mastra". C'erano tre tipi di "mastre": coloro che insegnavano il ricamo a macchina e coloro che insegnavano a cucire i vestiti o da donna o da uomo, in questo caso l'insegnante era chiamata/o "custureri/a" Quando le giovani andavano ad imparare il ricamo trasferivano la propria macchina da cucire in casa della "mastra". Da lei  imparava i vari tipi di ricamo: punto ombra,'500, '400, '700, etc... I "custureri", come detto, erano rigorosamente divisi in coloro che insegnavano a cucire soltanto gli abiti da donna o da uomo, gli allievi più promettenti, a volte, dopo aver finito di imparare a cucire, facevano la scuola di taglio: "scola 'ntagliu". Le stoffe venivano comprate in alcuni venditori ambulanti, invece gli aghi, i fili, bottoni etc... si