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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Madonna del Rosario

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Carissimi, oggi approfondiremo la storia - a tratti prodigiosa - della chiesetta Madonna del Rosario di Belmonte Mezzagno. Tutto nasce dalla devozione ad un quadro un po' particolare (vedi foto). Il dipinto, che ritrae la Madonna del Rosario con accanto San Domenico in ginocchio, è stato trovato tra i sassi nel terreno antistante la chiesetta (al di sotto della strada), nel 1921 da dei contadini impegnati in lavori in quel fondo. Gli operai lo calcolarono come una cianfrusaglia e lo posero con poco interesse lontano da lì, l'indomani mattina, misteriosamente, il quadro venne ritrovato nello stesso punto dove era stato trovato il giorno prima. Non facendo particolare attenzione all'accaduto, i contadini lo tolsero nuovamente da lì; l'indomani stessa storia: il quadro di nuovo lì. A questo punto quegli uomini capendo che non si trattava di un quadro come tutti gli altri, costruirono una cappella - ancora rintracciabile all'interno della chiesa, entrando sulla s

Lingua siciliana

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Cari amici, nel post di oggi – che periodicamente aggiornerò – conosceremo meglio alcuni caratteristici vocaboli della lingua siciliana, molti di essi sono stati trasformati in vere e proprie frasi sul modello dei verbi frasali inglesi.   Cominciamo con il verbo “Abbagnari”: la letterale traduzione in italiano è intingere, ma la lingua siciliana su questo verbo si è sbizzarrita creando la tipica espressione: “Abbagnari u pani” ovvero dilettarsi, compiacersi di una cosa.   Questa espressione viene usata per indicare il comportamento di chi malignamente finge di interessarsi di problemi altrui, soltanto per conoscerne meglio i dettagli e poterne parlare, il più delle volte male. Continuiamo con il verbo “Abbanniare”: pubblicare per bando, bandire . Come capirete da voi, “l’abbanniata” nella cultura siciliana è divenuta, nel corso dei secoli, molto più del semplice bandire. Portata dalla cultura araba, con i suoi muezzin che il venerdì con “un’abbanniata” chiamavano i

Pani ca' meusa

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Cari amici, oggi scopriremo le origini del principe dello street food siciliano:   il pani ca' meusa (pane con la milza). Cominciamo con la milza: la milza è un lascito degli ebrei che vivevano a Palermo nel quartiere della Meschita e macellavano le carni col metodo kasher. Non potendo, per una serie di divieti, ricevere denaro in pagamento, gli ebrei venivano stipendiati con le frattaglie di animali. Una volta sbollentate, quelle interiora venivano rivendute ai palermitani che cominciarono ad apprezzarle. Nel 1492, per ordine di Ferdinando il Cattolico, in base all'editto voluto dall'inquisitore Torquemada, gli ebrei vennero espulsi dai territori dell'impero spagnolo, Sicilia compresa. L'uso di cucinare milza e frattaglie passò allora ai cosiddetti cacciuri palermitani che, in un calderone pieno di sugna bollente friggevano milza, trachea, polmone e ricotta. Riguardo il pane, si tratta di mafalde da non confondere con quelle che tutti noi possiamo comprare

Suor Giusi Italiano

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Cari amici, oggi propongo un approfondimento sulla vita di una mia concittadina dalla straordinaria fede e dalle infinite virtù umane: suor Giusi Italiano. Giuseppina nacque, seconda di sei figli, a Belmonte Mezzagno il 17 gennaio 1957 da Francesco Italiano e Stefana Vaglica. Finito il primo ciclo di studi in paese, decise, dopo aver convinto i titubanti genitori, di iscriversi al liceo classico di Palermo. In una calda estate, suo padre improvvisamente cade a terra morto. Fu un terribile trauma per Giuseppina, molto legata alla figura paterna. Dopo il diploma si iscrisse in medicina; aveva già capito che la sua vita sarebbe stata un dono verso gli altri. Nel 1978 partecipò ad un camping vocazionale estivo sulle Dolomiti. Lì, grazie all’incontro con suor Nunziella, cominciò a sentire un grande bisogno di avvicinarsi ancor di più a Dio. Questo desiderio la spinse a partire per Marino Laziale, dove, sotto la guida di sr. Nunziella, iniziò un periodo di discernimento vocazionale a