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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Belmonte e il Fascismo

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Anche a Belmonte Mezzagno, come a tutti gli altri comuni italiani, toccò subire le barbarie del fascismo. Tutti i settori della vita sociale erano sotto rigido controllo da parte del regime, gioventù compresa, infatti, fin dalla più tenera età gli italiani venivano inquadrati in formazioni facenti parte dell'Opera Nazionale Balilla, che si occupava dell'educazione della prima infanzia. I piccoli belmontesi, come i loro coetanei di tutta la penisola, venivano, come detto, inquadrati in varie formazioni giovanili. I maschi venivano suddivisi in: figli della lupa: dai 6 agli 8 anni; balilla: dagli 8 ai 14 anni (escursionisti fino ai 12 anni, poi moschettieri); avanguardisti: dai 14 ai 18 anni (moschettieri fino ai 16 anni, poi mitraglieri). Le femmine in: figlie della lupa: dai 6 agli 8 anni; piccole italiane: dagli 8 ai 13 anni; giovani italiane: dai 13 ai 18 anni. Dopo l'iscrizione, ai bambini veniva consegnata una tessera in cui si dichiarava la forma

'A Musica

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Oggi parleremo della Banda musicale di Belmonte Mezzagno che noi paesani chiamiamo più in generale: "'A Musica". La stragrande maggioranza dei belmontesi almeno una volta nella vita ha preso lezioni di musica: anche io! Cominciai con il maestro Ignazio Lo Monaco ed anche il compianto zu Iacuzzu per cominciare a capirne qualcosa,poi dall'amico  Giovanni Greco  che mi ha fatto conoscere il primo amore della mia vita: la tromba. Purtroppo il rapporto durò poco, al cors o musicale delle medie non c'era questo strumento, quindi abdicai sul pianoforte a cui da subito mi appassionai. Finendo le medie finì la mia breve, ma non priva di grandi soddisfazioni, carriera musicale. Ma torniamo "a Musica": La Banda musicale è stata fondata nel 1860 senza un nome ben preciso, in seguito venne riconosciuta col nome dialettale di "Banna 'o Mizzagnu". Passando gli anni, un distaccamento di musicanti diede vita ad una seconda Bandicella, allora le due

Chiesa Madonna dei Poveri

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  La Chiesa è stata edificata nei primi anni del XIX secolo   probabilmente sui resti di un antico eremo precedente alla fondazione del paese,  da subito venne intitolata alla Madonna dei Poveri,  che si venerava attraverso l'affresco che si trova nell'abside alla destra dell'altare,  a lei rivolgevano la preghiera le persone più povere, coloro a cui mancava il necessario per il loro sostentamento. Non solo di quelli a cui mancava il pane, ma anche dei poveri in spirito, cioè coloro che erano lontani dalla fede. Con l'arrivo delle prime pandemie, soprattutto del colera, quando  i belmontesi capirono che il contagio avveniva non solo tra viventi, ma anche avendo contatto con i morti dovuti a tale patologia, cominciarono a seppellirli intorno a tale Chiesa. Ciò avvenne durante le pandemie di colera del 1848 e del 1884-85 e durante quella della febbre spagnola del primo decennio del novecento. Successivamente all'affresco si è aggiunto  l 'antico quadro presen