Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Musica Siciliana #2

Immagine
La musica popolare siciliana spesso è considerata come una musica da "cartolina", l'ascolti una volta ogni tanto come un "amarcord" e poco più. Invece tale musica non merita questa sottovalutazione perché riesce, come tutti gli altri generi, a trasmettere le svariate emozioni dell'animo umano. La molteplicità dei temi trattati dalla produzione musicale siciliana è notevole: si va dal canto malinconico di "Vitti 'na Crozza" e "U cantu ru carriteri", allo scherzoso di "Quant'è laria la me zita, passando per le serenate "Mi votu e mi rivotu" e "E vui durmiti ancora" etc...  Poi vi è l'immensa figura del Cantastorie:  figura tradizionale della  letteratura orale  e della  cultura folklorica ,  artista di strada  che si spostava nelle piazze e raccontava con il canto una storia, sia antica, spesso in una nuova rielaborazione, sia riferita a fatti e avvenimenti contemporanei. Parlando dei brani, app

Rivolte d'amore; epilogo

Immagine
Tornata a casa, Rebecca non riusciva a vincere la tristezza: aveva perso suo padre e in qualche modo sentiva di aver perso anche la figura materna. Si sentì terribilmente sola. Ma non aveva fatto i conti con il destino... Nelle ore della veglia al corpo di suo padre, in casa Cascio arrivarono notizie sconvolgenti. Giuseppa ricevette la visita della figlia Franca che recava notizie sulla cognata Mimma. “ Mamma, ho parlato con mia cognata per quel fatto che mi hai raccontato di Rebecca...” “ Davvero! E cosa ti ha detto?” “ Ah non lo immagini! Ti ricordi che una ventina d'anni fa...” Giuseppa dovette aspettare una settimana per parlarne con la giovane nuora, prima fu impossibile, Rebecca era troppo triste, inconsolabile. “ Rebecca, devo parlarti...” disse quel giorno Giuseppa alla nuora. “Avrei voluto dirtelo prima ma eri troppo triste per potermi ascoltare.” “ Dimmi mamma, cosa c'è?” “ Prima siediti però...” “ Tranquilla, puoi parlare...” “ No no, siediti

Musica popolare siciliana

Immagine
In questo post parlerò delle origini della musica popolare siciliana, patrimonio culturale di cui forse si parla, e di conseguenza si conosce poco. La musica siciliana trae origine dagli inni funebri sacri tipici dell'antica cultura greca, successivamente ereditata da quella araba e normanna. Infatti e tipico del mondo arabo far coincidere la musica sacra con quella popolare. La prima testimonianza scritta di musica siciliana risale, però, al XII secolo quando vennero redatti i primi tropari siculo-normanni contenenti inni sacri utilizzati durante le feste religiose. A questa musica sacra di alto livello si andava aggiungendo una musica sacra popolare che consisteva in lamenti e canti eseguiti dal popolo durante le feste religiose. Nel periodo tardo medioevale a queste due forme musicali si aggiunse la figura del cantastorie, narratore viandante di storie musicate. Adesso passiamo alle origini di una delle forme musicali più conosciute della cultura siciliana: la Taran

Rivolte d'amore; capitolo 10

Immagine
Ormai da due mesi, Matteo non smetteva gli di pensare a lei, l'aveva vista al ritorno da una dura giornata al pascolo con le pecore. Il sole già era scomparso dietro Billimunti ma avrebbe ancora assicurato luce per un po', era stata una giornata piovosa di inizio dicembre però sul finire del dì il sole era tornato diradando le poche nuvole rimaste. Scendendo da Santa Caterina , alle prime case la vide con la coda degli occhi affacciata alla porta-finestra; non si fermò per non insospettire nessuno. Sapeva benissimo chi era lei: si trattava di Francesca la figlia di massaro Cola, l'unica figlia femmina, a cui seguirono cinque maschi. La rivide alla veglia di Natale e lì, quando lei furtivamente ricambiò lo sguardo, capì che sarebbe stata la donna della sua vita... Quella sera, dopo aver cenato dai suoceri – come sempre avveniva, in tutte le case il focolare si trovava nel piano terreno – Rebecca, con Stefano e i piccoli si apprestò a salire sopra, dove avevano i

Giuliana Arcidiacono

Immagine
Carissimi amici, vi propongo un'intervista ad uno dei più grandi talenti belmontesi: la pianista Giuliana Arcidiacono; reduce dalla vittoria del  Primo Premio al S. Petersburg International Piano Competition nella Romantic Music Category senza limiti di età, che le darà il diritto a competere con altri vincitori di dodici città di tutto il mondo nella fase finale del Concorso che si terrà a S. Pietroburgo nel 2021. Prima di andare all'intervista, è d'obbligo fare un breve excursus tra i numerosi concorsi da lei vinti: già prima della laurea, avvenuta al Conservatorio V. Bellini nel 2015 con il massimo dei voti, mostra le sue straordinarie doti  risultando vincitrice nel 2012 del 1° premio al Concorso Nazionale Pianistico “Musicalmuseo” di Caltanissetta. Dopo la laurea, continua la sua numerosa incetta di concorsi vinti: il  Marlow Competitive International Festival of Musica and Drama (UK); l' Amigdala International Music Competition di Catania; il  Golden Clas

Rivolte d'amore; capitolo 9

Immagine
In quell'estate 1867 Stefano decise di portare con lui il figlio Antonino di ormai sei anni, per fargli scoprire i lavori che la sua famiglia praticava. Cominciò con la pisatina , lo condusse all' aria – ampio spiazzo dove avveniva l'operazione – e lo sedette su una roccia nella parte alta da dove poteva mirare il tutto: suo padre con gli zii che pestavano i regni con dei lunghi bastoni in modo che il grano si staccasse dalla spiga; fatto ciò, si girarono di modo che un alito di vento passasse davanti a loro e con l'aiuto dei bastoni tirarono in aria le spighe. Al piccolo Antonino sembrò magia vedere il grano rimanere a terra e la paglia – il gambo della spiga – volare via. “ Mamma... bellissimo è stato! Volava la paglia...” raccontò entusiasta il piccolo la sera a Rebecca. “ Domani davvero con te lo porti?” chiese Rebecca a Stefano. “ Sì, deve capire un po'...” rispose, e rivolto al figlio chiese: “Ninuzzo domani ci vieni con me?” “ Certo papà... mi

Rivolte d'amore; parte seconda; capitolo 8

Immagine
L'odio verso Torino raggiunse l'apice nel settembre 1866... “ Assalto!” gridò Riolo, da tutti visto come capopopolo. All'improvviso le balle di paglia che ostruivano il passaggio della gendarmeria italiana vennero date alle fiamme, e una folla inferocita di contadini e operai belmontesi scese da Petrosino e da Chiusa d'Elia verso valle, con forconi, zappe e vanghe e si gettò verso le guardie senza paura convinti di scacciarli. I gendarmi non ebbero nemmeno il tempo di caricare gli schioppi, i villani cominciarono subito a colpire con inaudita violenza. Colta di sorpresa la brigata stava per perire sotto i colpi dei belmontesi. Vedendo questo, il tenente ordinò urlando: “Ritirata!... ritirata!...” I gendarmi, impauriti e confusi, riuscirono a liberarsi dalla morsa dei paesani e si diedero alla fuga abbandonando armi e munizioni, prontamente raccolte dai villani. “ Fratelli! ora verso Palermo!...” gridò Riolo. “ Si!... a morte i padroni!...” urlò Matteo