Musica popolare siciliana


In questo post parlerò delle origini della musica popolare siciliana, patrimonio culturale di cui forse si parla, e di conseguenza si conosce poco.


La musica siciliana trae origine dagli inni funebri sacri tipici dell'antica cultura greca, successivamente ereditata da quella araba e normanna. Infatti e tipico del mondo arabo far coincidere la musica sacra con quella popolare.
La prima testimonianza scritta di musica siciliana risale, però, al XII secolo quando vennero redatti i primi tropari siculo-normanni contenenti inni sacri utilizzati durante le feste religiose. A questa musica sacra di alto livello si andava aggiungendo una musica sacra popolare che consisteva in lamenti e canti eseguiti dal popolo durante le feste religiose. Nel periodo tardo medioevale a queste due forme musicali si aggiunse la figura del cantastorie, narratore viandante di storie musicate.
Adesso passiamo alle origini di una delle forme musicali più conosciute della cultura siciliana: la Tarantella. La tarantella siciliana  trae le sue origini dalla cultura greco-romana, con Gneo Nevio, che si dedicò alla “Tarentilla”, una commedia di origini latine e di ispirazione greca. La protagonista di questa storia è una ragazza proveniente da Taranto.
Il termine tarantella deriva da taranta, una parola che indicava l’insetto tarantola, un ragno velenoso. Gli antichi sostengono che, danzavano la taranta le persone che erano state morse dal ragno velenoso. La tarantella veniva danzata nelle feste pubbliche pagane, e in seguito al medioevo, questo ritmo frenetico di danza venne considerato come una pratica volta alla guarigione, una specie di esorcismo con il quale si potevano scacciare i demoni, che venivano rappresentati dal ragno velenoso. Nel tempo la tarantella ha subito diverse modifiche e si è evoluta nella sua funzione di ballo di coppia o collettivo, che viene danzata in diverse occasioni di festività. Nel corso dell’Ottocento questo ballo, che aveva caratteristiche differenti nelle varie aree del Sud Italia, divenne l’emblema del Regno delle due Sicilie e trovando una maggiore diffusione. La notorietà del ballo non ha mai conosciuto fine, neanche dopo l’Unità d’Italia.

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