Belmontesi nel mondo.
Oggi vi propongo una breve intervista al siciliano, nonché belmontese d'eccezione Massimo La Rosa.
Trombonista alla Cleveland Orchestra.
Massimo La Rosa si nasce o si diventa? Ovvero quanto conta
il talento, e quanto lo studio e la dedizione nella tua professione?
Per rispondere a questa domanda citò un post che qualche giorno fa ho
messo nella mia pagina Facebook:
There is not Talent!
Non esiste talento né genialità. Il solo miracolo che esiste
e conosco si chiama: sacrificio, dedizione, curiosità, lavoro duro, amore , umiliazione e rinuncia.
A miei figli non dirò mai che tutto accadrà se avranno
talento.
Dirò loro che Tutto accadrà se avranno coraggio di dare
tutto quello che hanno per diventare ciò che vogliono essere.
Impossibile è solo un’opinione e non è mai stata la mia
Come ben capisci il talento per me conta poco. Si nasce nudi
e vuoti siamo noi a vestirci e riempirci per strada di ciò che scegliamo o di ciò che i
nostri genitori scelgono per noi.
Potrei parlare di questo per giorni interi. Potrei
affrontare qualsiasi contraddizione e credo di vincerla.
La prova? La mia vita. Sudore, pianti, umiliazioni,
successi, gioie..etc etc.
Col solo talento non si va lontano. Il lavoro serio, duro,
costante può portare persone in posti che appartengono solo al Mondo dei sogni.
Come è successo a me.
Nella tua carriera avrai incontrato molti direttori
d’orchestra, da chi hai imparato di più?
Io sono una persona che imparo da tutto e da tutti. Imparo
da allievi e da colleghi.
Lasciami andare un poco oltre con la mia risposta.
Quando si parla di imparare, sempre
si pensa ad imparare ciò che piace ma si sottovaluta quanto
sia importante il rendersi conto dell'azione di riflesso, cioè scoprire ciò che
non ci piace.
Per me scoprire ciò che non mi piace è la chiave del mio
successo è del mio progresso. Rendermi conto del perché una cosa non mi piace
la ritengo una scoperta più importante del sapere ciò che invece mi piace,
perché proprio grazie a questo posso risaltare incredibilmente ciò che a me
piace.
È questo è il primo passo; poi da qui alla realizzazione del
nostro buon gusto e al vincere le brutte abitudini, mi ripeto, ci vuole
determinazione e lavoro duro.
Penso che sia così per tutti gli aspetti della vita.
Dal ristrutturare una stanza a costruirti una carriera a
cambiare un paese.
Cambi perché una cosa non ti piace oppure perché hai la
curiosità di sapere come potrebbe essere diversamente.
Rispondendo nel dettaglio alla tua domanda, certamente la
persona che mi ha ispirato e che mi ispira di più e il mio Direttore alla
Cleveland Orchestra, Franz Welser Möst. Una persona di grande talento, grande
visione e ricco di passione e rispetto per la musica.
Cosa pensano gli statunitensi della Sicilia e dei siciliani?
Incontro molta gente innamorata dell’Italia. Ovunque io
vada.
Molti pensano che la Sicilia non appartenga all'Italia.
Questo credo per via della grande storia migratoria dei primi anni del secolo scorso, quando probabilmente le persone che arrivavano negli
States non sapevano neanche dove si trovavano le altre città italiane. Ma come
è rimasta questa idea nello stereotipo così è rimasta l'idea del mangiare in un
certo modo. (Pasta con le polpette) per esempio.
La contemporaneità siciliana non è molto conosciuta ma si
sta sviluppando. Poi c'è la parte amara
del dire che sei siciliano, cioè essere etichettato come mafioso.
Io per quel che posso ribadisco dicendo che appartengo alla
maggioranza dei siciliani, cioè alla gente per bene, ai buoni, ai lavoratori,
ai Borsellino e Falcone, ai Don Pino Puglisi, ai Peppino Impastato.
Lo faccio con un senso di responsabilità. Se non io chi lo
deve fare? Un milanese? Un Bruno Vespa?
Che consiglio ti senti ti dire ai giovani che hanno
intrapreso lo studio della musica?
Ma io gli direi semplicemente che sono fortunati. Imparare
musica è una cosa meravigliosa. Ogni forma di arte lo è come ogni mestiere.
Il dolce far nulla lo ritengo amaro come il veleno.
Io sto imparando ad essere padre giorno dopo giorno e ho tre
bimbi meravigliosi come la loro mamma che mi stanno insegnando. Ai miei figli
farò fare sport e musica. Alessandro il più grande già suona pianoforte e gioca
a calcio.
Non credo che questo sia "cool" fammi chiarire,
credo fortemente che lo sport aiuta i bimbi a crescere sani ad interagire con
altri e ad accettare sconfitte a rispettare chi merita di più, e la musica
sviluppi l'intelletto, la creatività, accende passioni arricchisce gli animi li
addolcisce e rammollisce al punto di farci piacere e amare tutto un poco di
più.
Ai miei studenti dico sempre che quello che conta siamo no, tu, nel singolare. E soprattutto di dare sempre il meglio che hanno.
Nella vita giornaliera si fa sempre quello che si decide di
fare, e scegliere di fare una cosa stupida piuttosto che una intelligente e
questione di millesimi di secondo, ma le consegue di quel millesimo di secondo
possono durare ore, anni, avvolte vite intere. Come quello di accendersi una
sigaretta o non accenderla!
Non è quello che si fa ma le conseguenze che contano.
Dico questo in fine: imparate qualcosa di buono e sarete nobili nell'animo.
Siate furbi e svegli ma fate sempre scelte intelligenti.
Ciao
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