S.S. Crocifisso
Cari belmontesi, buona festa del S.S. Crocifisso a tutti!
Prima di fare qualche considerazione, do qualche dato storico: il crocifisso che adorna la Chiesa Madre di Belmonte Mezzagno è stato voluto, intorno al 1752, da Giuseppe Emanuele Ventimiglia che ne ha curato personalmente la realizzazione. Oltre a questo ne fece costruire un'altro per la Chiesa di Santo Stefano di Quisquina altro importante borgo presente nei suoi possedimenti.
Il crocifisso ligneo, di sicura scuola napoletana, sofferma lo sguardo dell'osservatore su un Cristo morente, quindi sofferente ma ancora vivo.
Purtroppo, per vari motivi la festa - dal punto di vista folkloristico - ha perso lo smalto di un tempo; fortunatamente è rimasto intanto il valore cristiano della festa dell'esaltazione della Croce.
Tornando al folklore, i nostri nonni ricordano sempre quando la festa durava tre giorni e tutto il paese si fermava per festeggiare; la produzione di salsiccia, che durante l'estate si fermava, riprendeva durante la festa; si facevano le corse dei cavalli e la fiera degli animali.
I motivi che hanno un po' spento il valore folkloristico della festa sono molteplici: quello principale è la crisi del bilancio municipale ormai in atto da tanti anni, che mortifica ogni iniziativa. Ma, aldilà di questo - che certamente è un pesante fardello - la festa ha perso splendore, secondo me, principalmente nei nostri cuori; forse perché ormai gli svaghi e le opportunità di divertimento sono garantiti ormai tutto l'anno: cinema, teatri e altro sono accessibili molto facilmente nella vicina Palermo. Affinché questo miglioramento dello stile di vita non influisca negativamente sulla nostra festa, bisogna che i nostri animi tornino a valorizzarne l'aspetto folkloristico.
Felicità a tutti!
Prima di fare qualche considerazione, do qualche dato storico: il crocifisso che adorna la Chiesa Madre di Belmonte Mezzagno è stato voluto, intorno al 1752, da Giuseppe Emanuele Ventimiglia che ne ha curato personalmente la realizzazione. Oltre a questo ne fece costruire un'altro per la Chiesa di Santo Stefano di Quisquina altro importante borgo presente nei suoi possedimenti.
Il crocifisso ligneo, di sicura scuola napoletana, sofferma lo sguardo dell'osservatore su un Cristo morente, quindi sofferente ma ancora vivo.
Purtroppo, per vari motivi la festa - dal punto di vista folkloristico - ha perso lo smalto di un tempo; fortunatamente è rimasto intanto il valore cristiano della festa dell'esaltazione della Croce.
Tornando al folklore, i nostri nonni ricordano sempre quando la festa durava tre giorni e tutto il paese si fermava per festeggiare; la produzione di salsiccia, che durante l'estate si fermava, riprendeva durante la festa; si facevano le corse dei cavalli e la fiera degli animali.
I motivi che hanno un po' spento il valore folkloristico della festa sono molteplici: quello principale è la crisi del bilancio municipale ormai in atto da tanti anni, che mortifica ogni iniziativa. Ma, aldilà di questo - che certamente è un pesante fardello - la festa ha perso splendore, secondo me, principalmente nei nostri cuori; forse perché ormai gli svaghi e le opportunità di divertimento sono garantiti ormai tutto l'anno: cinema, teatri e altro sono accessibili molto facilmente nella vicina Palermo. Affinché questo miglioramento dello stile di vita non influisca negativamente sulla nostra festa, bisogna che i nostri animi tornino a valorizzarne l'aspetto folkloristico.
Felicità a tutti!
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