Maria Sofia di Baviera
Oggi voglio parlarvi di una donna a cui, se le vicende storiche sarebbero andate diversamente, avremmo intitolato scuole, vie e piazze. Sto parlando di Maria Sofia di Baviera: Regina consorte delle Due Sicilie; moglie di Francesco II ultimo Re delle Due Sicilie.
Nata il 4 ottobre 1841 nel Castello di Possenhofen, in
Baviera, Maria Sofia Amalia era la terza figlia del duca Massimiliano Giuseppe
in Baviera e della principessa Ludovica di Baviera, quest'ultima figlia di
Massimiliano I, re di Baviera. Sorella della ben più nota Elisabetta di Baviera
"Sissi.
Nel 1858 fu promessa in sposa, diciassettenne, a Francesco,
erede al trono delle Due Sicilie, inizialmente conosciuto solo attraverso
l'immagine di una miniatura. Il matrimonio serviva a rafforzare il legame tra
le corone d'Asburgo e i Borbone-Napoli.
Il fidanzamento ufficiale avvenne il 22 dicembre 1858 e il
matrimonio fu celebrato per procura l'8 gennaio 1859. Dopo qualche giorno Sofia
fu accompagnata a Trieste, dove era attesa dalle borboniche Tancredi e
Fulminante, a bordo delle quali arrivò a Bari il 1º febbraio 1859, dove infine
incontrò suo marito Francesco e il suocero, il re Ferdinando II, ammalatosi
durante il viaggio verso il capoluogo pugliese. Il 7 marzo i reali ripartirono
via nave per Napoli e le condizioni di Ferdinando si aggravarono ulteriormente.
ventitreenne, e passato alla storia con il nomignolo
di Franceschiello. Fu regina di Napoli fino alla capitolazione di Gaeta del 13
febbraio 1861.
Divenne molto popolare proprio durante l'assedio della
piazzaforte di Gaeta, dove la corte si era rifugiata il 6 settembre 1860 per
tentare un'ultima resistenza alle truppe militari piemontesi. Ella cercò in
tutti i modi di incoraggiare i soldati borbonici distribuendo loro medaglie con
coccarde colorate da lei stessa confezionate, indossò un costume di taglio
maschile e partecipò personalmente ai combattimenti incitando alla lotta i
soldati e recandosi in visita ai feriti negli ospedali di guerra. Quando, poi,
a Gaeta la situazione peggiorò sempre più a causa della scarsità del cibo,
della diffusa malattia di tifo e del freddo, il marito consorte Francesco II la
invitò a lasciare la roccaforte, ma la Regina Maria Sofia Amalia fu
irremovibile e volle restare accanto al suo popolo.
Dopo la caduta di Gaeta e l'unificazione delle Due Sicile
all'Italia, Maria Sofia e il deposto re si rifugiarono a Roma, capitale
dell'allora Stato Pontificio, ormai ridotto all'epoca al solo Lazio. A Roma
Francesco II istituì un governo in esilio che godette del riconoscimento
diplomatico da parte di alcuni Stati europei per alcuni anni come il Governo
legittimo del regno delle Due Sicilie.
A seguito della liberazione di Roma da parte delle truppe
italiane e la dissoluzione dello Stato Pontificio (20 settembre 1870) la coppia
si trasferì in Baviera. Francesco morì nel 1894; Sofia si trasferì da Monaco a
Parigi dove visse in una dimora acquistata dal marito nel quartiere di
Saint-Mandé.
Durante la Grande Guerra Sofia parteggiò per gli
imperi centrali e la loro entrata in conflitto contro l'Italia. Nonostante la
sua avversione per i Savoia Sofia aveva l'abitudine di visitare i campi di
militari italiani in prigionia in Germania, cui donava libri e cibo. I soldati
italiani erano ignari dell'identità di Sofia, che si presentava all'epoca come
una donna anziana (aveva superato i settant'anni) e che parlava la loro lingua
con un'inflessione mista tedesco-napoletana, la quale era interessata
particolarmente alle notizie provenienti dal Mezzogiorno del Paese.
Durante la sua vita, Sofia indusse ammirazione anche tra i
suoi accaniti nemici politici. Gabriele D'Annunzio la soprannominò infatti
Aquiletta Bavara e Marcel Proust parlò di lei come della regina soldato sui
bastioni di Gaeta.
Sofia morì a Monaco di Baviera nel 1925. Da maggio
1984 le sue spoglie, insieme a quelle del marito Francesco e di sua figlia,
riposano in una cripta della basilica di Santa Chiara a Napoli.
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