L'omu cani



A Mazara del Vallo intorno al 1940 arrivò uno strano barbone silenzioso, l'uomo indossava sempre strani berretti e strati di abiti uno sull’altro e portava sempre con sé contenitori, buste e sacchetti pieni non si sa di cosa. Si appoggiava ad un bastone munito di uno spillo all'estremità inferiore con il quale raccoglieva mozziconi con cui confezionava sigarette che poi fumava (l'unico lusso che si permetteva). Non chiedeva mai l’elemosina: al contrario, rifiutava con fare scorbutico qualunque offerta gli venisse fatta. Dormiva all'aperto e mangiava da terra, a causa questi strani comportamenti presto la gente gli affibbiò il monignolo di"omu cani". Se poi qualcuno provava a porgli delle domande,  si allontanava scontroso senza degnare di uno sguardo il curioso passante.

Dopo qualche tempo fra i mazaresi, che nel frattempo si erano abituati a quella figura schiva e silenziosa, cominciò a circolare la voce che Tommaso Lipari, così si faceva chiamare, fosse stato a capo di una nave naufragata forse a causa sua, affondamento che avrebbe ucciso tutto l'equipaggio e quella vita da nomade sia stata la sua scelta per espiare le proprie colpe.

Poi successe un episodio: un padre, preoccupato delle difficoltà incontrate dal proprio figlio in matematica, si recò da Tommaso e gli raccontò degli esami molto vicini del figlio; Tommaso allora, per aiutare lo studente, si prodigò in chiarimenti su argomenti di fisica e matematica. Alla fine Tommaso raccomandò all'uomo di non riferire a nessuno di quell'evento. Da questo, qualcuno cominciò a pensare che Tommaso potesse essere Ettore Majorana, il fisico siciliano scomparso nel nulla nel '38; ad avvalorare tale tesi vi fu un uomo, tale Edoardo Romeo, che dichiarò che quell'uomo una volta  gli aveva mostrato una cicatrice sulla mano destra, tipica del Majorana dicendogli di essere Ettore Majorana e di essere stato un ex-professore di matematica e fisica. Inoltre, Tommaso usava un bastone con incisa la data del 5 agosto 1906, ovvero la data di nascita del fisico. 

Convinto di questa tesi che Edoardo Romeo, insieme col fratello, si rivolse all'allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, chiedendo di accertare la verità. Il giudice accertò che, un mese dopo la scomparsa di Majorana, un certo Tommaso Lipari usciva dalla prigione di Favignana. Poiché l'uomo cane, per un banale episodio, era finito in prigione nel 1948, fu facile confrontare le firme apposte dai due nei registri carcerari, anche se in momenti diversi. Il giudice Borsellino considerò le firme molto simili e pertanto, convinto che Tommaso Lipari e l'"uomo cane" fossero la stessa persona, chiuse l'inchiesta. Ma non sono dello stesso parere altri studiosi che invece si dichiarano convinti che le firme dell'uomo cane e di Ettore Majorana appartenevano alla stessa persona.

L'"omu cani" morì nell'estate '73, ai funerale parteciparono tante persone, troppe per quello che è di solito l'estremo saluto a un barbone, e suonò la banda del paese. 


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