La Baronessa di Carini
La Sicilia poteva forse farsi mancare i suoi Romeo e Giulietta o Paolo e Francesca? Assolutamente no.
I protagonisti della vicenda d'amore e morte siciliana sono Laura Lanza e Ludovico Vernagallo nello scenario del castello di Carini.
Andiamo ai fatti: Laura Lanza, primogenita del barone di Trabia e conte di Mussomeli Cesare
Lanza e di Lucrezia Gaetani, nacque a Trabia il 7 ottobre 1529. Visse
l'adolescenza nel palazzo gentilizio di Palermo. Il padre Cesare Lanza combinò
le sue nozze con un membro di una facoltosa e blasonata casata.
Il 21 dicembre
1543, all'età di 14 anni, infatti, Laura andò in sposa, in Palermo, a don
Vincenzo II La Grua-Talamanca, figlio del barone di Carini Pietro III e di
Eleonora Manriquez, e si trasferì nel loro avito castello dove visse per
vent'anni e nacquero i suoi otto figli.
Tutto bene? No! Vittima di un matrimonio mal combinato, Laura
intrecciò una lunga relazione con Ludovico Vernagallo, cugino del marito e di
rango inferiore, ma che conosceva e apprezzava da tempo: la tradizione – vera storia
dimostrata da vari atti – vuole che il padre li sorprese insieme e li uccise o
fece uccidere. I cantastorie siciliani si dolevano perché la baronessa,
colpita al petto, si toccò la ferita e, appoggiandosi al muro con la mano, vi
lasciò un'impronta insanguinata. La tragedia si compì il 4 dicembre 1563.
Il padre e il marito, rispettando appieno i dettami della legge (infame) del delitto d'onore, ne uscirono puliti.
Questa storia è un tragico esempio della vita siciliana nel periodo buio della controriforma.
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