Stefano Spera
Cari amici, oggi vi propongo una lunga intervista da me rilasciata all'associazione "Uniamoci Onlus", nella persona del presidente e amico Davide Di Pasquale.
Cosa pensi della facoltà di Scienze Politiche?
La facoltà di Scienze Politiche per me è stata una palestra
di vita. Ho imparato tantissimo dal punto di vista culturale ma soprattutto sul
lato umano. Da tutti i professori ho appreso qualcosa che mi ha aiutato a
formare la mia personalità. Certo non sono mancate le difficoltà, specialmente
all'inizio con le gravi problematiche dovute al mancato abbattimento di alcune
barriere architettoniche; ma anche quelle mi hanno aiutato, facendomi capire
che senza sacrificio non si ottiene nulla. Sostanzialmente devo molto a Scienze
Politiche.
Cos'è per te l'amicizia?
Introdurrei il tema dell'amicizia con l'aforisma di un
anonimo: "Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le
altre persone neanche sapevano che eri caduto". Il vero amico sa di cosa
hai bisogno prima che tu lo chieda. Io nella mia vita, fortunatamente, ho
trovato tante persone di questo tipo. Naturalmente mi riferisco a te e agli
amici arrivati fino ad oggi. Dico questo perché i miei amici sono come
filtrati, mi spiego meglio: all'inizio erano tantissimi, poi, col tempo, sono
andati scemando. L'immagine è quella dei cercatori d'oro nei fiumi. Nel
setaccio entrano pietre, sabbia, terra e un po' d'oro. Dopo la setacciatura,
rimane soltanto l'oro.
Come sempre, però, non mancano le eccezioni, alcuni amici
sono arrivati da poco ma hanno preso un posto di rilievo tra le mie amicizie.
La tecnologia per te?
Per me la tecnologia è stata importantissima, da quando ho
trovato - col puntatore ottico - il modo di usare facilmente il PC la mia vita
è cambiata quasi radicalmente. Ho scoperto in me doti che pensavo di non avere,
mi riferisco soprattutto alla scrittura.
Un importante ruolo nella mia "nuova" vita lo
hanno i social che permettono di relazionarmi con tanta gente, di particolare
importanza è sentire il loro l'affetto. Però mi guardo bene - e vi consiglio di
stare attenti anche voi - dallo scambiare il rapporto umano con quello
virtuale; infatti sono convinto del fatto che un like o un commento ad un post
non potranno mai sostituire una stretta di mano o un abbraccio.
La famiglia
La famiglia per me è un importante punto di riferimento.
Sono stati, infatti, i miei familiari a spingermi verso la laurea; e continuano
a sostenere tutti i miei progetti. Io ho la fortuna di vivere in una famiglia
allargata. Mi spiego meglio: ho rapporti con tutti i cugini di mio padre, i
loro figli e i loro nipoti. Per fare un esempio, a fine estate ho organizzato
una rimpatriata di tutta la famiglia; eravamo più di 100. È stata una bellissima serata.
La prostituzione per te
Per me è uno scempio, vedere una donna o un uomo soltanto
come strumento di soddisfazione del proprio piacere, è sbagliato ed assai
pericoloso.
La sessualità, per me che mi definisco cattolico, è stata
voluta da Dio. Per altri, da Allah, da Yahweh dal Creatore; per altri ancora,
dal Bing Bang, dal caso, a seconda in cosa crediamo e in cosa non crediamo.
È stato l'uomo - in taluni casi - aggiungendo il vizio, a
trasformarla in altro...
Il lavoro
Qualche anno fa, durante gli studi per il sostenimento
dell'esame di Diritto del lavoro; un amico chiese se stavo studiando Diritto
del lavoro, o Diritto al lavoro. Non risposi, ma cominciai a riflettere sul
fatto che sarebbe stato più giusto poter studiare Diritto al lavoro, per
arrivare a questo, che allora come adesso è quasi utopia, devono avverarsi due
condizioni:
- una reale inclusione delle persone con disabilità nel
mondo del lavoro;
- una seria politica sulle pari opportunità che garantisca a
pieno l'inserimento delle donne nel mercato del lavoro.
Non è più tollerabile che le donne, a parità di monte ore
lavorative, spesso guadagnino meno della metà rispetto agli uomini; debbano
firmare il prelicenziamento per poter essere ricattate in caso di gravidanza
etc... (queste sono solo alcune delle ingiustizie che sono costrette a subire).
Come avrete capito, io - citando un testo del giornalista e
scrittore Aldo Cazzullo - sostegno che: "Le donne erediteranno la
terra".
Politica e disabilità
Politica e disabilità sono legate da un nesso più stretto di
quanto si pensi. Tutto parte da Aristotele: il filosofo greco definiva l’uomo
uno Zoon Politikon, ovvero un animale
politico, quindi portato per natura ad unirsi in comunità; da questo nasce il
bisogno di una classe politica in grado di governarla. Per governo, intendo
mettersi al servizio del cittadino per riuscire a soddisfarne i bisogni
primari, ma anche allo scopo di fargli raggiungere, per quanto possibile, la
felicità. Quindi la comunità, in quanto tale, ha bisogni e problemi da
risolvere. Da questa considerazione nasce il legame tra politica e disabilità:
il disabile più di ogni altro ha un continuo bisogno del prossimo e quindi più
di tutti conosce le necessità e, soprattutto, il modo migliore di porsi verso
l’altro.
La Politica, come abbiamo visto, ha molto da imparare dalla
disabilità, per questo auspico un sempre maggiore impegno del disabile
nell’attività politica, e un orecchio sempre teso da parte dei nostri
governarti al mondo della disabilità.
Davide Di Pasquale
Cosa dire di Davide, l’amico di sempre, il compagno di mille
disavventure soprattutto all’università. Ne racconto una per farvi un’idea: alla
facoltà di Scienze Politiche, nella fattispecie al Collegio San Rocco, arrivai
l’anno in cui avevano installato l’ascensore, ma non era ancora attivo perché stavano
lavorando: al paino terra alla realizzazione della biblioteca, e agli altri
piani al collegamento dell’uscita dell’ascensore ai vari livelli; perché
costruito in un vano non collegato direttamente alla struttura. Insomma un
cantiere aperto! Noi, non perdendoci d’animo, per entrare ci facemmo consegnare
una copia della chiave utilizzata dai muratori. Quindi, per andare a lezione, aprivamo
la porta che dava su Via Amico Ugo Antonio, salutavamo gli operai, entravamo in
ascensore e andavamo al piano. Arrivati sopra, attraversavamo una
pericolosissima passerella, che oggi solo a pensarci mi tremano le gambe, aprivamo
un’altra porta, sempre con la nostra chiavetta – tipo Roberto Giacobbo a
Voyager – e finalmente eravamo dentro.
Questo è solo un esempio delle nostre pazzie, di esse rimane
il ricordo e la grande amicizia con Davide.
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