Magna via Francigena


Carissimi, come saprete, da qualche anno è stata ripristinata tracciandola anche su GPS, la “Magna via Francigena” siciliana: antico itinerario storico che collegava fin dall’XI secolo Palermo ad Agrigento. Tale via si andava ad inserire nella ben più antica “via Francigena” strada di pellegrinaggio che collegava il monastero di Canterbury, Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme.

Prima di analizzare da vicino il tratto siciliano del cammino, penso sia il caso di fare un breve excursus storico: Il pellegrinaggio a Roma, in visita alla tomba dell'apostolo Pietro, era nel Medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa. Molti si fermavano a Roma, gli altri scendevano lungo la penisola fino al porto di Brindisi e da lì si imbarcavano per la Terra Santa. Una tappa importante prima di giungere a Brindisi era il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, sul Gargano. Nella maggior parte dei casi i pellegrini seguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenienti soprattutto dalla terra dei Franchi, in età post carolingia cominciarono a valicare le Alpi ed entrare in Italia.
I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della via Francigena, risalgono al IX secolo e si riferiscono a un tratto di strada nell'agro di Chiusi, in provincia di Siena: il nome via Francigena è attestato per la prima volta nell'Actum Clusio, una pergamena risalente al 876 conservata nell'Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. A sud di Roma la via Francigena è attestata per la prima volta a Troia, sulla via Appia Traiana, nel Privilegium Baiulorum Imperialium del 1024.
Mentre al X secolo risale la prima descrizione del percorso: si tratta della relazione che il vescovo Sigerico fece del percorso di ritorno del pellegrinaggio che fece da Roma, alla quale era giunto per essere ricevuto dal Pontefice e ottenere il "pallium", per poi ritornare a Canterbury, su quella che già dal XII verrà largamente chiamata via Francigena. Il documento di Sigerico rappresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.
Con l'itinerario primitivo, dal X al XII secolo, si entrava in territorio italico dal colle del Gran San Bernardo, da dove si scendeva in Valle d'Aosta e poi a Ivrea, quindi a Vercelli. Nel corso del XII divenne prevalente l'altro percorso, quello che entrava in Italia dalla Valle di Susa attraverso il Colle del Moncenisio (talvolta transitando anche dal Colle del Monginevro). La via prese quindi a far parte di quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo. Poco prima di condurre i pellegrini a Roma la via Francigena ospitava, a partire dal X secolo, il lazzaretto di Roma presso la chiesa di San Lazzaro dei lebbrosi.
La presenza di questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell'Occidente Cristiano. Ancora oggi sono rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell'Europa moderna.
Ritornando alla “Magna via Francigena” di Sicilia, bisogna riconoscere che a pochi anni dal suo ripristino tale cammino, non è più soltanto un itinerario storico, ma è divenutao via dove si innescano natura, tradizione e quella cultura dell’accoglienza tipica di questa regione.
Il tratto di cammino denominato “Magna via Francigena” e solo una piccola parte dei 900 chilometri di vie Francigena di Sicilia: trazzere usate per la transumanza e vie di comunicazione che attraversano l’isola sin dal mondo antico consentendo il passaggio di eserciti, mercanti, cavalieri e pellegrini. Il paesaggio era assai variegato, andava dai paesaggi montani alle valli coltivate a grano dell’interno, fino alle coste calde del Mediterraneo in direzione del porto di Messina, porta d’Oriente e imbarco verso la Roma dei Martiri e la Santa Gerusalemme.
La “Magna via Francigena” nei suoi 160 chilometri incrocia la via di transumanza verso le Madonie nel territorio di Castronovo di Sicilia, collegando la Balarm araba alla rocca di Agrigentum, attraverso antiche vie storiche e paesaggi dal sapore ancestrale.

La "Magnna via Francigena" si compone di 9 tappe:

Tappa 1: Palermo > Monreale > Santa Cristina Gela   Tappa 2: Santa Cristina Gela > Corleone 

Tappa 3: Corleone > Prizzi                                           Tappa 4: Prizzi > Castronovo di Sicilia 

Tappa 5: Castronovo > Cammarata                              Tappa 6: Cammarata > Sutera

Tappa 7: Sutera > Racalmuto                                       Tappa 8: Racalmuto > Joppolo Giancaxio

Tappa 9: Joppolo Giancaxio > Agrigento 

Buon cammino a tutti!


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