Stefano Casella

Ed ora ecco il contributo di Joanna:
Stefano nacque nel 1804 a Belmonte Mezzagno, in Sicilia, un
paese insediato sulle colline fuori Palermo. La vita del paese ruotava attorno
a famiglia, fede e agricoltura. Come molti ragazzi del paese, egli era figlio
di un contadino che crebbe per diventare contadino a sua volta. All’età di 24
anni, Stefano sposò la diciannovenne Liboria D’Agostino. Iniziarono subito la loro
famiglia, e la piccola Giuseppa nacque l’anno seguente.
Pandemia
Sfortunatamente, anche un piccolo batterio di nome vibrio
cholerae era appena agli inizi.
Prosperando nell’acqua da bere contaminata, il colera si
diffuse rapidamente in ampie sezioni del globo, inclusa la Sicilia. La piccola
Giuseppa di due anni fu la prima a perire, nel 1831. Stefano e Liboria ebbero
in seguito altri sette figli, ma almeno due se ne andarono prima del 1840. Poi accade l’impensabile:
nell’estate del 1845, la stessa Liboria morì, seguita il mese successivo da sua
figlia di 10 mesi, Alfonsa.
Stefano era adesso un padre solo con quattro figli da
accudire. Fortunatamente, i suoi figli sopravvissuti, dai 9 ai 14 anni, erano
abbastanza grandi per aiutare in casa e nei campi.
Rivoluzione Siciliana
La perdita personale di Stefano aveva come sfondo una
sommossa politica in Sicilia. La crescente insoddisfazione nei confronti della
casa reale dei Borboni fu lo sprone di diverse rivoluzioni. La rivolta popolare
del 1848 fu ampiamente sostenuta a Belmonte Mezzagno. Per ritorsione,
l’esercito dei Borboni invase il villaggio l’8 maggio 1849, causando la fuga
degli abitanti del paese sulle colline. Il quarantaquattrenne Stefano e i suoi
figli si trovavano fra di loro. Tra i fuggiaschi sulle colline si trovava anche
la trentaduenne Eleonora Benigno con sua figlia di otto anni, Giuseppa Capizzi.
Proprio come Stefano, Eleonora aveva perso il coniuge, Giovanni Capizzi, nel
1845, oltre a suo figlio più giovane.
L’esercito dei Borboni rimase per una settimana, per poi
ritirarsi. Gli abitanti discesero dalle colline e scoprirono che ogni edificio
del paese era stato ridotto in cenere, fatta eccezione per due chiese. Stefano
e i suoi figli dovettero ricominciare daccapo. Ancora una volta. Stessa cosa
per il resto di Belmonte, inclusa Eleonora e sua figlia.
Conforto
I documenti non rivelano perché Stefano ed Eleonora finirono
assieme. Forse compresero il lutto e la perdita l’uno dell’altra come pochi
altri potevano. A prescindere dal motivo, si sposarono nel 1851. La famiglia
allargata comprendeva Stefano, Eleonora e i loro cinque figli superstiti. In
seguito ebbero altri figli propri, nominando i primi due come i loro defunti coniugi,
Liboria e Giovanni.
In attesa
La nuova famiglia Casella non era però estranea al dramma.
Nel 1856, la figlia allora quindicenne di Eleonora, Giuseppa Capizzi, rimase
incinta. Lei e il figlio ventitreenne di Stefano, Giuseppe, desideravano
sposarsi. Questo presentò un dilemma più grande del solito perché Giuseppa non
aveva un padre in vita o un nonno che potesse dare il consenso al matrimonio
per la minorenne. Le autorità decisero di accettare il permesso congiunto di
Stefano ed Eleonora. Stefano scrisse nel suo decreto di consenso che egli era
“contenta chi il da lui figlio Giuseppe Casella inguaggiare (legare con promessa di matrimonio) con Giuseppa
Capizzi.” Eleonora scrisse che era “contenta che la detta di lei figlia
Giuseppa Capizzi si pocca inguaggiare con indetto Giuseppe Casella.”
“Contenta” e “contenta” – quali meravigliose parole da
sentire da Stefano ed Eleonora dopo tutto quello che avevano sopportato. I
fratellastri si sposarono il 28 luglio 1856, e la piccola Liboria (sì, un’altra
Liboria) nacque 3 mesi più tardi – la prima nipote di molti per Stefano.
Ciò che hanno visto gli occhi
Stefano Casella morì nel 1892 all’età di 87 anni. La sua
vita abbracciò la gran parte del 19º secolo. Riuscii ad assistere - e forse a
partecipare - alla liberazione della Sicilia sotto Giuseppe Garibaldi,
all’unificazione dell’Italia, e ai progressi tecnologici come il trasporto su
rotaie e l’avvento della fotografia. Anche se Stefano attraversò calamità
inimmaginabili durante la prima metà della sua vita, alla fine riuscì a vedere
cambiare la sua terra natia, vide prosperare i suoi figli e vide crescere i
suoi nipoti. Riuscì a vivere anche per accogliere l’arrivo dei bisnipoti, fra
cui mia nonna Giuseppa (Josephine) Casella nel 1890.
Le generazioni successive
Il nipote Stefano (di Giuseppe) sposò Antonina Gioé e rimase
a Belmonte. I loro discendenti includono i Casella di Belmonte, gli Antini La
Valle di Bologna, ed i Calabrese di Philadelphia.
La nipote Eleonora (di Giuseppe) sposò Gioacchino Mafara.
Nell’immagine il figlio Giovanni. La famiglia fu separata dall’emigrazione, ma
marito e moglie alla fine si riunirono in Sicilia. I loro discendenti sono i
Mafara di Palermo e del New Jersey.
Il nipote Giuseppe (di Giuseppe) giunse in America nel 1901
e visse una lunga vita a Mizpah, New Jersey. Si sposò tre volte senza
discendenti noti.
Il nipote Antonino (di Giuseppe) e la moglie Maria Olivieri
furono i primi ad emigrare in America nel 1899. Antonino venne assassinato nel
1926. I suoi discendenti includono i Buonpastore, Casella, Coniglio, Milazzo, e
i Musso di New York.
La nipote Maria (di Giuseppe) sposò Joseph Bottino nel 1894
ed è emigrarono in America nel 1904. Il loro discendenti includono i Bottino e
i Cappello di Philadelphia.
La nipote Eleonora (di Giovanni) sposò Damiano Traina a
Belmonte. Ebbero due figli prima della morte di Eleonora a 32 anni. I loro
discendenti includono i Traina di Belmonte.
La nipote Francesca (di Giovanni) sposò Salvatore Spera. I
loro discendenti includono gli Spera di Belmonte.
Il nipote Stefano (di Giovanni) sposò Andreana Casella.
Servì distinguendosi nell’Esercito italiano e nei Carabinieri. I suoi
discendenti sono i Casella di Belmonte.
Il nipote Damiano (di Giovanni) fu dichiarato disperso in
azione nell’Italia settentrionale durante la Prima Guerra Mondiale. Aveva 25
anni.
Il nipote Pietro Gregorio (di Giovanni) sposò Apollonia
Pizzo and ed aprì una macelleria a Belmonte. I loro discendenti includono i
Casella di Belmonte e di Milano.
La nipote Giovanna (di Giovanni) sposò Ignazio Rostro
Benigno. I loro discendenti sono i Rostro Benigno e i Bonaccorso di Belmonte.
La nipote Liboria (di Giovanni) sposò Damiano Traina dopo
che egli rimase vedova di sua sorella Eleonora. I loro discendenti includono
gli Spera, i Benigno, ed altri di Belmonte.
Tema della vita
Mi piacerebbe sedermi con nonno Stefano davanti a una tazza
di cappuccino e ascoltare la sua storia. Vorrei chiedere dove avesse trovato la
forza di continuare dopo essere stato gettato a terra una terza ed una quarta
ed una quinta volta.
Forse non saprò mai la risposta, ma i fatti che conosco
rivelano dei temi preziosi della sua storia.
Realtà - La vita. non. è. giusta. L’ho ripetuto molte volte
ai miei figli e nipoti, ma riesco davvero ad accettarlo?
Resilienza - Una persona può sopportare una perdita
sconvolgente e tuttavia sopravvivere prosperare. Il Piano B può diventare il
Piano A.
Relazioni - Stefano non “ce l’ha fatta da solo.” I documenti
mostrano che, ad ogni passo, era circondata da persone che lui chiamava e
chiamavano lui.
Speranza - Dopo la tragedia, Stefano si rivolse verso cose
buone: altri figli, una nuova moglie, il matrimonio di un figlio. Sembrò
riuscire a vedere attraverso la nebbia fitta del lutto e della perdita,
trovando un tizzone ardente di speranza, e lo seguì.
Commenti
Posta un commento