Sicilia Corsara

La Sicilia nella sua millenaria storia non poteva certo farsi mancare un periodo in cui corsari, pirati e bucanieri padroneggiavano nei suoi mari.

Nel gennaio 1806, in seguito alla seconda occupazione del Regno di Napoli da parte delle truppe francesi, nel secondo caso guidate da Gioacchino Murat, re Ferdinando sposto la residenza reale a Palermo fino al 1815; quando in seguito al Congresso di Vienna e quindi con la Restaurazione, poté tornare a Napoli.
Ebbene, durante questa, per lui, diaspora venne proclamato il blocco navale francese: nessuna nave, né civile, né commerciale, né militare poteva solcare i nostri mari; anzi per le navi che violavano tale divieto, era lecito il saccheggio delle medesime da parte delle navi siciliane. Ciò porto all'ufficializzazione di una vere e propria Sicilia Corsara.
(Piccola chiosa: il corsaro ruba e saccheggia con il consenso o spesso il sostegno dei governanti, il pirata ruba per sé stesso e non si fa comandare da nessuno.)
Quanto detto, portò ad un movimento di navi nate a questo scopo mai visto prima. Venne addirittura istituito un Tribunale, il Tribunale delle prede, destinato a decidere sulle diatribe che potevano sorgere tra corsari: valutare se la nave saccheggiata fosse francese o meno, se l'arrembaggio e il saccheggio erano stati effettuati secondo le regole etc...
Allo sbarco al porto, i beni rubati venivano stimati e sul valore del totale veniva applicata una tassa statale del 10%.

Pochi sanno che anche il bisnonno del premio Nobel Luigi Pirandello, Andrea - da alcuni biografi considerato il nonno, ma di questo parleremo un'altra volta - accumulò una grande fortuna economica facendo vita corsara.

Tutto questo terminò quando il Re fece ritorno nel 1815 a Napoli, infatti, solo dopo venne abolito il blocco navale verso la Francia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Antonio Ventimiglia conte di Collesano

Laura Sciascia

Giuseppe Emanuele Ventimiglia