Emigrazione a Belmonte
Cari amici, è maturo il tempo di occuparci dei belmontesi che tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento decisero di lasciare il loro paese, per cercare fortuna fuori dall'Italia.
I motivi che li spinsero a partire sono da ricercare nella crisi economica che segui l'unificazione d'Italia del 1861, tale crisi nacque da un notevole aumento demografico. Questo portò ad una serie di insurrezioni popolari dovute anche all'incomprensione e l'indifferenza della nuova classe dirigente, per la nuova popolazione da loro amministrata, l'aumento
delle tasse e dei prezzi di beni di prima necessità; l'aggravarsi
della questione demaniale, dovuta all'opportunismo dei ricchi
proprietari terrieri. Le cause del malcontento vanno ricercate
proprio nella disperazione della maggior parte della popolazione
delusa nelle sue decennali attese di giustizia.
Le
condizioni che hanno favorito l’emigrazione siciliana, dipendono
principalmente da uno squilibrio tra ammontare della popolazione,
scarsa disponibilità di risorse produttive e condizioni di vita
precarie.
Per
analizzare il fenomeno migratorio siciliano, occorre tener conto di
più fattori.
In primo luogo, bisogna tenere in considerazione le diverse condizioni, non solo economiche ma anche culturali esistenti nelle diverse zone di partenza. In secondo luogo bisogna prestare attenzione ai limiti normativi dell’epoca.
In primo luogo, bisogna tenere in considerazione le diverse condizioni, non solo economiche ma anche culturali esistenti nelle diverse zone di partenza. In secondo luogo bisogna prestare attenzione ai limiti normativi dell’epoca.
Nei
paesi fondati sul latifondo, privi di una classe di piccoli
proprietari, e in cui i contadini erano costretti a subire ogni tipo
di maltrattamento da parte dei gabellotti, l’emigrazione inizia
molto presto, già nella seconda metà dell’Ottocento. Qui gli
uomini vendono tutto quello che possiedono per affidarsi ad un
destino incerto che, in ogni caso, non poteva mai essere peggiore di
ciò che si lasciavano dietro.
Nelle
zone in cui esisteva la piccola e media proprietà, la situazione è
certamente diversa. Il migrante non vendeva le proprie proprietà, ma
le affidava alla moglie o ai parenti più vicini. Egli,
infatti, intendeva ritornare per investire le proprie fortune nel
paese di origine allargando le proprie proprietà o entrando a far
parte del ceto di piccoli proprietari.

I luoghi di destinazione principale furono: New York, con 401 unità; Pennsylvania, con 358 unità; più distanziate le altre mete, Missouri; Illinois; Ohio; Kansas; Louisiana; Michigan e New Jersey.
Riguardo al genere, il 69% furono gli uomini, quasi il 50% di questi erano manovali il restante contadini; e il 31% donne, l'80% di esse casalinghe. Quindi furono le persone più umili a lasciare il paese, la maggior parte di essi fecero fortuna nel nuovo mondo.
Dobbiamo essere fieri dei nostri emigranti perché dovunque andarono si fecero valere come grandi lavoratori portando alto il nome di Belmonte Mezzagno nel mondo.
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