Cognomi Belmontesi

Parliamo dell'origine dei cognomi belmontesi, prima però una premessa è d'obbligo: la “Licentia Populandi” di Marchisio D'Afflitto del 1625 vero è che non riusci a creare un comune, ma però riusci a cominciare lentamente il popolamento di un piccolo villaggio grazie all'arrivo di coloni dai paesi vicini; tanto che nel 1750, due anni prima della “Licentia” di Giuseppe Emanuele Ventimiglia, la popolazione del principato vantava già 138 abitanti.

Detto questo, prima di addentrarci nell'argomento, bisogna raccontare una piccola storia: il 31 marzo del 1492 i sovrani di Spagna: Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia; autorizzarono la pubblicazione di un editto che bandiva gli Ebrei da tutti i loro territori, Sicilia compresa. Il 20 giugno successivo, i più importanti tra i notabili del regno di Sicilia, resisi conto della gravità del provvedimento di espulsione, manifestarono il loro disappunto firmando un’istanza indirizzata al viceré Acuna, per evidenziare l’inopportunità dell’espulsione degli Ebrei, chiarendo i pregiudizi economici che ne sarebbero scaturiti, sia per perdita di tasse da riscuotere, negli anni, sia per lo svuotamento del tessuto produttivo, con l’inevitabile tracollo di molte attività commerciali e manifatturiere, prevalentemente gestite dagli Ebrei (soprattutto in un epoca in cui la maggior parte dei sudditi era distratto dalle consuete attività lavorative per via delle continue chiamate alle armi nella lotta agli invasori Mussulmani).

Per gli Ebrei una così repentina partenza fu infausta e causa di gravissimo danno, in quanto era loro consentito portare null’altro che un limitatissimo numero di cose, quali l’abito che avevano indosso, un materasso, una coperta di lana, due lenzuola usate, tre tarì e il cibo necessario per il viaggio, anche se successivamente a questo scarno elenco venne aggiunta qualche altro genere di prima necessità. Chi rimase profittò invece della circostanza, in quanto con pochi soldi fece grandi affari. Nel giro di qualche mese case, terreni, avviate botteghe, bestiame, attrezzature, gioielli e arredi domestici, cambiarono padrone, senza menzionare che molte cospicue fortune e ingenti patrimoni finirono nelle mani dei sin troppo disinvolti nobili del luogo e del pretenzioso sovrano, grazie a espedienti e abili raggiri finanziari.

In Sicilia il termine per lasciare l’Isola inizialmente fissato per il 18 settembre del 1492, venne rinviato sino al 12 gennaio dell’anno successivo. Questo differimento della data di esecuzione avvenne per il concorso di almeno due importanti circostanze, determinate dagli interessi dei maggiorenti sulla scena. Infatti, la Chiesa siciliana promise agli ebrei che si fossero convertiti la liberazione della condizione di servi della Camera Regia, l’affrancamento dall’espulsione e quindi il mantenimento del patrimonio. L’autorità regia, invece, prima della partenza pretese il saldo di ogni tributo dovuto. E in ogni caso nobili e religiosi non disdegnavano di arricchirsi acquistando in abbondanza dagli espulsi.

Secondo fonti attendibili lasciarono la Sicilia 26 mila ebrei, mentre novemila si convertirono, cambiando cognome, e rimasero nelle rispettive case. Ma per questi ultimi gli anni a venire non furono sereni, giacché divennero oggetto delle truculente attenzioni dei tribunali dell’Inquisizione, sempre alla ricerca di tutti quei Giudei e Mussulmani che, malgrado si fossero fatti cristiani, permanevano nelle pratiche della loro antica fede e dunque dovevano essere mandati dritti al rogo.

Le persecuzioni verso gli Ebrei convertiti (Anusim) continuarono per almeno due secoli, per questo chi poté lasciò le città dove avevano abitato per trasferirsi nei piccoli centri per godere delle libertà che l'essere sconosciuti avrebbe loro garantito. Come capirete, il piccolo villaggio belmontese che si stava formando era un posto perfetto per scappare dalle persecuzioni.

Adesso passiamo ai cognomi da loro scelti, potendo scegliere alcuni di loro una forma latinizzata del loro cognome giudaico, altri invece scelsero cognomi illustri. Diversi cognomi erano esplicativi dei lavori svolti. Alcuni cognomi pur nella veste latinizzata, mantennero l'originaria forma semitica, con questo una parte degli Ebrei convertiti volle conservare la propria identità ebraica. Io ho avuto modo di consultare la lista dei cognomi da loro scelti ed ho trovato numerosi cognomi belmontesi: Lo monaco , Ferraro, Traina (nella forma originaria Di Traina), Taormina , Romano , Benigno , Salamone (da Salomone), Amato, Bruno, Buccheri, Cappello , Cusimano, Allotta (nella forma originaria De Alota, Parisi (nella forma De Parisi), Russo (De Russo), Rizzo (De Rizo), Greco, La Rosa, Lo Biondo, Rossello, Santangelo , Valentino e Salerno.

Riflettendo ancora sui vantaggi che il trasferimento a Belmonte potevano loro portare, non è da escludere che molti Ebrei convertiti che presero questi cognomi scelsero Belmonte come luogo di loro nuova residenza; e che quindi alcuni belmontesi siano loro discendenti.



 

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