Propongo un'intervista a Rocco Chinnici, regista teatrale famoso per le sue commedie, ed i suoi presepi viventi. Cosa ricordi della tua infanzia belmontese? Se dovessi riassumere i ricordi, servirebbero migliaia di pagine. I tempi erano quelli che erano, ricchi… si fa per dire, di grandi privazioni che, a raccontarlo alle nuove generazioni, saresti subito considerato un fesso di allora che, come se per tue scelte, amassi vivere quelle situazioni. Ricordo però con grande gioia i giochi che, oltre ad essere salutari, erano anche ricchi di grande socializzazione, cosa che adesso, con questi mezzi tecnologici, tentano a isolare, per fare un esempio: si preferisce messaggiare e parlare al telefonino, mentre di presenza viene difficile anche parlarci. Allora si giocava a “scarricacanali, ammucciareddu, a trentunu, a ssilona, o mazzaroccu… (anche s’era un gioco un po’ pericoloso, ma allora i pericoli facevano parte del nostro essere), acchiappari ‘n tunnu ‘n tunnu a chiesa” e ...